“La pubblicazione di Miniature comasche del Rinascimento in un Libro d’Ore ritrovato, tra devozione, arte e cultura, oltre a rivelare al mondo intellettuale l’acquisizione da parte di un collezionista privato, il notaio Gianfranco Manfredi, di un prezioso Libro d’Ore per la devozione privata del tardo Quattrocento, quasi sicuramente realizzato in Como, riaccende l’interesse e il dibattito sulle peculiarità del territorio comasco in ambito pittorico, miniaturistico e culturale in senso lato, in quel periodo della storia dell’arte che è il Rinascimento. Periodo che come già sottolineava il Toesca in La pittura e la miniatura nella Lombardia, ebbe una sua originale fioritura nell’area lombarda a cui Como e il suo ambito parteciparono rappresentandone magari gli aspetti germinali e anticipandone gli elementi di novità.
Il codice Manfredi con la sua bellezza compositiva, il suo equilibrio tra scrittura e illustrazioni, la vivacità e il naturalismo delle immagini e dei contorni ornamentali, rappresenta un momento, una tappa dell’evoluzione della “linea lombarda”, (potremmo affermare anche comasca in senso lato?) che già nel Trecento aveva dato prova della complessità dei suoi apporti, dei suoi prestiti, del suo realismo sia negli stretti rapporti e scambi tra pittura e miniatura (che avevano assai interessato il Toesca), sia nelle sue relazioni con la cultura toscana e con quella d’Oltralpe.
I curatori del volume hanno con dovizia di particolari analizzato il manufatto sotto ogni aspetto riguardante: la datazione dell’opera anche grazie alla presenza in essa del culto del santo bambino Simonino da Trento, la cultura umanistica dell’epoca, il confronto tra il calendario del Libro d’Ore e i calendari degli statuti civici. […]”
L’articolo si può leggere integralmente sul numero 50 di Canturium.
Anna Maria Catalucci